Ricerca Psicoanalitica (Jul 2025)
La terapia in coppia. La coppia come occasione del divenire reciproco
Abstract
L’intento di fondo del nostro contributo è quello di approfondire alcuni aspetti di clinica nel lavoro con le coppie, all’interno della cornice della Psicoanalisi della Relazione e più precisamente a partire dalla teoria dell’Io-Soggetto di Michele Minolli. L’intervento psicoanalitico con le coppie mostra oggi una rilevanza particolare dal momento che la relazione amorosa viene sempre più investita dell’aspettativa di cura delle fragilità individuali, di sostegno, di comprensione, tanto da diventare con sempre più frequenza il detonatore della crisi esistenziale individuale. “Tu mi fai stare male”, una delle accuse che con forme diverse sentiamo spesso pronunciare dalle coppie in terapia, riassume simbolicamente tutta la portata di delega all’altro della responsabilità del proprio vissuto emotivo; tale configurazione relazionale – di pretesa e, insieme, dipendenza dall’altro – viene intesa come uno degli esiti umani dell’iper-individualismo della società moderna, in cui l’affermazione di sé sembra condizione indispensabile del proprio esistere in relazione al resto del mondo, condannando il soggetto ad un’inconsistenza radicale. Preferiamo chiamare il lavoro clinico con le coppie ‘terapia in coppia’ anziché ‘terapia di coppia’ proprio perché improntiamo la teoria e la tecnica nella direzione di una riappropriazione del proprio investimento (in questo caso amoroso) sull’altro, come occasione di crescita individuale e di emancipazione che da soli non sarebbe possibile realizzare. In questa prospettiva il terapeuta riveste un ruolo fondamentale nel sostenere tale riappropriazione, poiché, nel momento dell’ingaggio, i componenti della coppia in terapia possono facilmente spostare la richiesta di soluzioni di immunità dai travagli del vivere al terapeuta stesso. Bisogna, invece, tornare ai veri protagonisti della crisi, agli individui che compongono la coppia: in questo modo si restituisce centralità all’Io-Soggetto che ama, si lega ed entra in crisi; l’Io-Soggetto non subisce tutto questo, ma lo vive e lo esperisce, anche quando diventa difficile e doloroso, e per questo lo trova più complicato da riconoscere come proprio. Il fare clinico si coniuga con il senso etico della cura quando poggia sul riconoscimento della simmetria umana con il paziente, quando insieme a lui, e non al suo posto o nel modo più giusto, cerca di cogliere dove sta il nucleo della rinuncia, del vuoto e dell’inconsistenza dell’essere umano. Con questa ‘postura’ e consapevolezza il terapeuta potrà sostenere le coppie in un processo di graduale rinuncia di delega all’altro visto come condizione del proprio esistere, aiutandole a vivere la relazione non come completamento romantico e idealizzato ma come occasione del divenire reciproco. Nel lavoro proposto tali aspetti verranno approfonditi anche attraverso l’uso di materiale clinico.
Keywords